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Intervista con l’autore: Elena Amatucci

Ciao Elena, raccontaci qualcosa di te come persona, prima che come food blogger.

Posso dire che sono disordinatissima, molto timida e che amo i gatti (ne ho due, le cui foto occupano quasi tutta la memoria del mio cellulare). Parlare di me è sempre la parte più difficile e di solito non passano più di 5 minuti prima che inizi a parlare di cucina… Infatti passerei subito alla domanda seguente!

Com’è nata la tua passione per la cucina?

Mi sono avvicinata alla cucina da piccola, guardando mia zia che preparava i piatti per le feste, ma anche la domenica e in tutte le occasioni che passavamo insieme in famiglia: i miei compiti erano preparare le tartine e sgusciare le vongole! E siccome i miei genitori non sono mai stati dei provetti cuochi, ho preso in mano le redini della situazione ed ho iniziato a pasticciare da quando avevo 12 anni, inizialmente con i dolci… e poi il resto è venuto da se’!

Quando e perché hai deciso di portare le tue ricette online sul blog Gnam Gnam?

Gnam Gnam è nato nell’aprile 2007, nel momento in cui la mia voglia di cucinare e di trasmettere la mia passione non potevano più essere racchiuse nelle quattro mura di casa; e quale strumento migliore per condividere il mio amore per la cucina, se non il web ed un blog dove postare le mie ricette?

Il tuo ebook si chiama “Dolci Emozioni”: quali sono quelle che provi quando sei impegnata in cucina?

Quando cucino sono sempre in trepidante attesa, non vedo l’ora di far assaggiare quello che ho preparato o di condividerlo sul blog. E per un’ottima riuscita dei piatti è fondamentale essere di buon umore, altrimenti, come si sa, i piatti vengono male!

Nell’ebook spieghi in modo dettagliato come preparare dolci di Natale e da mettere nella calza della Befana: i dolci sono i piatti che preferisci preparare?

Assolutamente sì, adoro preparare dolci sebbene non ami mangiarli, infatti il più delle volte diventano regali (molto graditi!) per amici, parenti e vicini di casa. Sarà che a differenza di un primo o un antipasto, è sempre il momento giusto per preparare un dolce!

Ti senti più “cuoca tradizionale” o “food blogger”?

Credo di essere più food blogger, perché la mia è una cucina sempre in divenire, difficilmente preparo due volte la stessa cosa; sono sempre alla ricerca di idee nuove, cerco di scoprire quali sono i tormentoni del momento e provo ad accontentare tutte le richieste che mi arrivano dalle persone che mi seguono. Però di tanto in tanto confesso che metto la reflex da parte e mi metto ai fornelli solo per le persone che amo, e lì si va giù di tradizionalissime genovese e polpette!

Ci racconti quale sarà il menù di Natale di un’esperta in cucina come te?

A casa mia siamo molto legati alla tradizione, quindi il menu sarà rigorosamente napoletano, e ci vorrebbero un paio di pagine per riportarlo per intero! Il giorno della Vigilia non potranno mancare spaghetti ai frutti di mare, capitone e baccalà, mentre il giorno di Natale ci saranno ragù e minestra maritata, e ovviamente i dolci: rococò, struffoli e cassatine su tutti!

 

 

Intervista con l’autore: Claudia Moreschi

1) Ciao Claudia, raccontaci qualcosa di te, di chi sei e della tua passione per i viaggi e per la scrittura. Com’è nata l’idea di creare un travel blog?

Ciao! Sono Claudia, sono nata a Bergamo ma mi auto-definisco da sempre una “cittadina delbmondo”. Appena posso infatti parto! Nel 2012, dopo il mio ennesimo viaggio in Africa nera sono tornata a casa con una grandissima voglia di condividere le mie emozioni di viaggio: volevo che ciò avvenisse in modo speciale e che le mie parole e le mie emozioni restassero a lungo, quindi ho pensato di aprire un mio blog di viaggi. Scrivere e viaggiare sono, in fondo, le mie passioni più grandi, quindi era inevitabile che prima o poi si sovrapponessero.

2) Essere una travel blogger significa creare un legame speciale con i lettori. Cosa ti ha dato e continua a darti questa esperienza a livello umano e quanto incide sull’ispirazione della scrittrice?

Verissimo. Il legame con le persone che mi leggono e mi seguono sul blog e sui social è forse l’aspetto più bello di avere un blog di viaggi e mi regala tanto, tantissimo: è bellissimo confrontarsi con i miei lettori, vedere il loro coinvolgimento, la loro partecipazione, saperli emozionare. Inoltre è davvero emozionante sapere di essere un modello o un’ispirazione per qualcuno di loro. Ricordo spesso con un sorriso quando al mio ritorno a casa dopo i miei cinque mesi in Asia, dopo che sui social avevo raccontato giorno per giorno ogni tappa del mio viaggio, in molti mi hanno scritto contrariati chiedendomi: “Ma io adesso chi seguo?!”.

3) Ritieni che le donne percepiscano il viaggio in maniera diversa rispetto agli uomini? E inoltre, ci sono difficoltà particolari legate al viaggiare in solitaria per una donna?

Dipende. Ci sono donne e donne. Le donne italiane – purtroppo – in media sono abbastanza timorose e non si lanciano molto nei viaggi in solitaria (il che è un gran peccato!), ma forse le cose stanno cominciando a cambiare anche qui. Per come la vedo io non ci sono grosse differenze tra viaggiatori solitari e viaggiatrici solitarie: resta sottointeso che in entrambi i casi bisogna sempre avere la testa sulle spalle e scegliere la meta con attenzione. Per il resto non ci sono particolari rischi: viaggiare da soli e da sole è più facile di quello che si pensi.

4) Ci parli del tuo testo in uscita ClaMore in Asia? In che genere lo catalogheresti?

Definirei il mio ClaMore in Asia prima di tutto un diario di viaggio. Nel libro ripercorro infatti per intero il mio viaggio di cinque mesi nel Sud-est asiatico, raccontando per filo e per segno il mio itinerario tra Thailandia, Laos, Vietnam, Cambogia e Singapore. Racconto le emozioni da me vissute, ma allo stesso tempo dispenso informazioni pratiche utili a chiunque voglia esplorare questa parte di mondo. Ma ho anche una missione personale: il messaggio che voglio far passare è che viaggiare da soli (da sole, in particolar modo!) è possibile ed è un’esperienza meravigliosa che insegna tanto.

5) Tu hai intrapreso un viaggio in solitaria: quali sono le motivazioni che ti hanno portato a fare questa scelta?

Avevo appena lasciato il mio vecchio lavoro, uscendo da una situazione lavorativa sfiancante, e volevo dare un taglio netto con il passato. Non potevo non inaugurare il nuovo capitolo della mia vita nel modo che preferisco: viaggiando. Avevo bisogno di prendermi una pausa, riflettere, ricaricare le pile e ritrovare positività, serenità e ritrovare me stessa: il Sud-est asiatico era il posto migliore dove farlo.

6) Che significato ha in particolare il titolo che hai scelto?

ClaMore nasce come un hashtag: la parola chiave che ho usato per tutti i cinque mesi per raccontare il mio viaggio sui social. Da qui è diventato l’identificativo del mio viaggio. La scelta del nome è stata semplice. ClaMore ha una doppia interpretazione: richiama il sostantivo “clamore”, ma è anche e soprattutto il nickname che uso sul web (è l’unione delle abbreviazioni del mio nome e del mio cognome).

7) Il tuo prossimo viaggio? Scriverai anche di questo?

Il mio prossimo viaggio è già nell’aria: a breve tornerò nel Sud-est asiatico, toccando una zona in cui non sono ancora stata ma che desidero visitare da tempo. Non voglio ancora anticipare troppo (e rovinare la suspense), ma forse sta già prendendo forma l’idea di un ClaMore in Asia 2. Chissà che prenda forma anche un altro eBook…

Nuova Uscita: ClaMore in Asia

 

COVERCLA

“Un biglietto solo andata, da sola, nel Sud-Est asiatico. Inizia così il mio viaggio…il mio ClaMore in Asia.”

Il viaggio di Claudia Moreschi, blogger di Travel Stories, ha una data d’inizio, ma non una di fine. Un bel giorno si sveglia e decide che è ora di cambiare: e così molla un lavoro da impiegata a tempo indeterminato per intraprendere una straordinaria avventura, raccontata tra le pagine di un diario, “ClaMore In Asia”, disponibile dal prossimo 30 novembre 2015 in tutte le librerie online.

“Le sensazioni che conosco meglio? Frustrazione, svilimento, insoddisfazione, sofferenza, inquietudine. L’ansia della domenica sera, quando realizzo che sta per iniziare una nuova settimana lavorativa e che ricomincerò a stare male, come ogni settimana da nove anni a questa parte. In quei momenti sento il bisogno irrefrenabile di prenotare un volo aereo che mi porti via da questa realtà di sofferenze e mi faccia respirare qualche sprazzo di serenità, almeno per un attimo. Sento una crescente voglia di evadere e di cambiare.”

Quanti di noi si riconoscono in queste parole? Quanti hanno pensato almeno una volta nella vita: “Ora basta, mollo tutto e parto!”?

Claudia Moreschi non solo lo ha pensato ma lo ha anche fatto.

Un click e il volo di solo andata era prenotato. È iniziata così la sua grande avventura, il suo viaggio in solitaria, la sua sfida con se stessa.

5 mesi da sola nel sud est asiatico, tra Thailandia, Laos, Cambogia e Vietnam, alla scoperta di quell’Asia che una volta conosciuta non ti abbandona più e dalla quale prima o tardi devi ritornare; proprio come lei, che tra un mese sarà di nuovo da quelle parti, per conoscere un nuovo angolo di quella terra magica: il Myanmar.

“In fondo la vita è davvero solo una, non ne abbiamo altre di scorta. C’è una vita sola, e il tempo passa veloce. Meglio cercare di non sprecarla, di non buttare via i nostri sogni e le nostre passioni solo perché abbiamo paura o perché non vogliamo essere visti come dei “diversi”. La vita è cambiamento, esperienza, movimento, è un costante divenire che ci può regalare cose brutte, ma anche, e soprattutto, tante cose belle. Cambiare ci aiuta a sperimentare, a conoscere meglio noi stessi, gli altri e questo pazzo mondo in cui viviamo. Il cambiamento è la nostra linfa vitale, ciò che ci fa sentire vivi!

Io cambio.”

Da questa scelta è nata una persona nuova, più consapevole di se stessa e del mondo. Ed è nato un ebook, “ClaMore in Asia” che è un diario, una guida, un racconto ma anche e soprattutto la testimonianza che il cambiamento è possibile, che ciascuna di noi può decidere di partire e cavarsela senza problemi in giro per il mondo, sola senza essere mai sola, facendo bagaglio delle esperienze e delle persone che il viaggio regalerà.

Pronti a partire? “Clamore in Asia” sarà nelle librerie online dal 30 novembre 2015. Buona lettura!

 

Nuova uscita: Bedroom Airlines

 

Bedroom airlines

L’8 ottobre 2015, in tutte le librerie on line, sarà disponibile il secondo romanzo di Marco Parisi “Bedroom Airlines”, vincitore della terza edizione del concorso “Uno, nessuno e centomila… Autori”, che racconta la storia di un uomo e del suo sorprendente viaggio tra realtà, immaginazione e delirio.

Bedroom Airlines: la trama

Stuart Wright, manager di San Francisco, si risveglia in una camera d’albergo.

Non ricorda come c’è arrivato, in che città si trova e soprattutto non ricorda cosa ha fatto nelle ultime 24 ore.

Le amnesie si ripetono e Stuart scopre di essere posseduto da un lato oscuro che supera ogni limite morale e legale, e che lo porta persino a commettere un efferato omicidio.

Nel folle viaggio in giro per il mondo, alla disperata ricerca di una cura, incontra il dottor Zimmermann, un uomo misterioso che vuole che Stuart compia un cambiamento cui, a suo dire, è destinato.

Riuscirà Stuart a capire quale sia la verità, e a riappropriarsi del controllo delle proprie azioni, del suo modo di essere e della propria vita?

Scarica e leggi subito l’anteprima di Bedroom Airlines nel formato che preferisci!

 

Intervista con l’autore: Marco Parisi

1) Ciao Marco. Prima di parlare del tuo nuovo libro “Bedroom Airlines” vorremmo sapere qualcosa di te. Chi sei? Cosa fai nella vita? Pregi e difetti (se ne hai ovviamente!).

Ciao! Chi sono? Non lo so! Sono confuso… tanto quanto Stuart Wright, il protagonista del romanzo. Per fortuna ho le idee chiare su cosa faccio nella vita: grafico di professione, fotografo per passione, scrittore per vocazione. Semplice, no?

2) Scrivere non è quindi il tuo lavoro principale. Come concili le tue attività e quando trovi il tempo per seguire questa tua passione? Quali autori hanno influenzato e condizionano ancora oggi il tuo percorso creativo?

Scrivo durante le sere settimanali, quando ho abbastanza energie per non addormentarmi sulla tastiera… oppure nei week-end, impegni permettendo. Penso che per scrivere serva più ispirazione che tempo libero. È come cercare di attirare l’attenzione di una gatta: puoi provarci per ore oppure aspettare che venga lei da te, se e quando lo vorrà! Non ho autori o generi preferiti, leggo le trame riportate sulle quarte di copertina e se la storia mi sembra interessante compro il volume. Penso che libri, film, serie tv e musica condizionino il mio percorso creativo al 25% ciascuno.

3) Parliamo di “Bedroom Airlines”. Il protagonista Stuart scopre di essere posseduto da un lato oscuro che supera ogni limite morale e legale, che lo porta a commettere atti condannabili e ripugnanti, e contro il quale lui lotta per riappropriarsi della sua integrità e della propria esistenza… Notiamo una grande attenzione per l’aspetto psicologico del protagonista. Cos’è che ti affascina tanto della mente umana? C’è qualcosa di autobiografico nel protagonista?

Nel mio primo romanzo, “The Prana Theory”, i protagonisti devono combattere in un mondo post-apocalittico che sconvolge le loro vite. In “Bedroom Airlines” il protagonista affronta un problema interiore che si ripercuote sul mondo che lo circonda. In entrambi i casi c’è un male “esteriore” o “interiore” da combattere. Con il secondo romanzo ho deciso di intraprendere il percorso inverso, come sfida letteraria personale. Io e il protagonista abbiamo una cosa in comune: la memoria corta. Autobiografico? Entrambi ci dimentichiamo le cose. Come? L’ho già detto? Cos’è che ho detto?

4) Ancora su Bedroom Airlines: l’intero evolversi della storia si sviluppa attraverso i dialoghi, mentre la parte descrittiva è ridotta al minimo. Come mai questa scelta?

Anche in questo caso ho fatto la scelta inversa rispetto al primo romanzo, dove ho dato maggior spazio alle descrizioni dei paesaggi post-apocalittici, come veri personaggi della storia. In “Bedroom Airlines” ho voluto concentrarmi più su quel che prova il protagonista che su quel che vede. Le descrizioni sono stringate perché il mio obiettivo è far calare il lettore nei panni di Stuart, per far vivere in soggettiva la sua disperata ricerca della verità.

5) Una curiosità: quale è il significato e il motivo della numerazione dei capitoli, a scalare per intenderci?

Nessun mistero, almeno non in questo caso: è un conto alla rovescia, una bomba a orologeria, che porta verso il “boom” finale. Discorso a parte per le indicazioni riportate sotto i capitoli: codici aeroportuali di partenza e arrivo, codici dei voli e posti a sedere. I codici aeroportuali sono reali e chi li conosce può scoprire in anticipo dove si ritrova Stuart, suo malgrado. I codici dei voli sono verosimili. I posti a sedere invece, sono in ordine crescente di lettera (Da A a F, che sono quelli disponibili per ogni fila su un aereo) e numero (Da 1 a 12, come i capitoli). Perché tutto questo? Perché non sono normale, chiedetelo a Stuart.

6) La tua storia è pervasa da un tocco di mistero, anche l’epilogo si rivela velato di un’ombra, di “detto-non detto” che lascia molto all’intuito e all’interpretazione del lettore. Non ti preoccupa il fatto che alcuni possano non capire in pieno quel che tu avevi in mente?

Quando lavoro a un romanzo di solito scrivo prima uno storyboard. Questo mi permette di gestire meglio il tutto e sapere come finisce la storia prima di arrivare all’ultima pagina. Quando ho scritto lo storyboard di “Bedroom Airlines” avevo diverse opzioni per il finale e mi sono trovato in difficoltà: le ritenevo tutte possibili. Per questo ho deciso che la soluzione fosse lasciare libero il lettore. Qualsiasi interpretazione potrebbe essere quella corretta… o forse no. Volevo che il lettore si sentisse come il protagonista e questo credo che sia il finale più efficace.

7) Stai già lavorando ad un nuovo romanzo? Puoi darci qualche anticipazione?

Il primo romanzo “The Prana Theory” era incentrato sul mondo esteriore e le emozioni, il secondo “Bedroom Airlines” sul mondo interiore e la psiche. Il terzo “Phoenix Corporation” sarà una battaglia tra questi quattro mondi: esteriore, interiore, cuore e mente. La trama? Un colpo di pistola e un cadavere. Questo è il risultato di una reazione a catena nata dalla crisi economica, i rapporti di lavori e i problemi personali di ventiquattro dipendenti di una società che produce smartphone… ma lo scenario terribile che si prospetta potrebbe peggiorare. Benvenuti in Phoenix Corporation! Caffè?

#MiRisveglioA: il contest di Autori Ebook

Il viaggio dei sogni, quello reale che hai già fatto e quello mentale che ogni tanto elabora la tua fantasia.

Puoi viaggiare nel tempo e nello spazio, decidere di essere chi, dove e quando vuoi, e vivere anche delle avventure, proprio come il protagonista di “Bedroom Airlines”, il nuovo romanzo di Marco Parisi in uscita per Autori Ebook.

Raccontaci con uno scatto o con un post dove vorresti svegliarti domani mattina, utilizzando l’hashtag #MiRisveglioA: condividi le tue foto e i tuoi pensieri su Facebook, Twitter e Instagram aggiungendo il nostro tag @autoriebook.

Le foto condivise andranno a popolare un album speciale sulla nostra pagina Facebook e la più bella diventerà la nostra immagine di copertina.

 

Autori Ebook a Caffeina 2015

Anche quest’anno Autori Ebook ha partecipato al Caffeina Festival di Viterbo con la presentazione di uno dei suoi ultimi ebook.

L’atteso appuntamento si è svolto il 26 giugno alle ore 17.00 nelle splendide sale del Gran Caffè Schenardi di Viterbo.

All’incontro, moderato dalla giornalista Cristina Pallotta, erano presenti l’editore Stefania Natalino, parte dello staff di Autori Ebook e l’autore Ugo Sestieri che ha parlato del suo ultimo romanzo “Le donne dimenticate di Via Catalana”.

Nel corso della presentazione sono intervenuti alcuni membri del Circolo LaaV di lettura ad alta voce di Fabrica di Roma che hanno interpretato alcuni passi del romanzo presentato.

Ringraziamo tutti per la calorosa partecipazione e vi lasciamo con qualche scatto della giornata.

 

Intervista con l’autore: Lara Pavanetto

Lara, nel tuo libro “Vetriolo” si parla di omicidi misteriosi. Ci hai confidato che ti piace scovare e ricostruire vicende inspiegabili ricercando negli archivi documentazione di antichi processi. C’è qualcosa di “misterioso” nella tua vita che vuoi svelarci? Raccontaci qualcosa di te.

Il mistero mi ha sempre affascinato, fin da piccola con i gialli presentati da Hitchcock. Alll’Università ho approfondito lo studio della giustizia criminale della Serenissima nel Cinque e Seicento: materiale di lavoro erano processi penali, gialli in piena regola studiando i quali sentivi la necessità di scoprire il colpevole!

Di misterioso c’è parecchio anche nella mia vita: ho una madre che si definisce sensitiva, e una nonna materna che faceva spesso sogni premonitori; proprio di recente ho indagato, come in un giallo, su un figlio segreto dei miei nonni materni del quale non si è mai saputo nulla fino a pochi anni fa, quando ne è stata scoperta la tomba. Tanto mi ha affascinato questa storia che ho deciso di trarne spunto per il nuovo giallo che sto scrivendo.

Oltre ai romanzi, scrivi per diversi blog. Quanto è importante per te scrivere? Quando e come hai scoperto la tua passione per la scrittura? Hai qualche rituale a cui non riesci a rinunciare quando scrivi un romanzo?

Scrivere è una necessità! Potrà sembrare banale dirlo, ma è la verità mia e di molti scrittori. Ho iniziato a scrivere nel periodo delle scuole medie, tra i dodici e i tredici anni: mi era piaciuta tantissimo la storia di Heidi, e tentai di scrivere una storia simile! Da quel momento non ho più smesso.

Scrivere è per me anche una necessità di verità: mi dedico infatti preferibilmente alla storia degli ultimi, donne e bambini, e scrivere di loro è come riportarli alla vita tentando di risarcire le loro sofferenze e le ingiustizie subite, raccontando la Storia dalla loro parte, per quanto possibile. Scrivere i gialli invece è divertimento puro, una continua sfida con la trama che alle volte si sviluppa da sola prendendo il sopravvento su ciò che avevo stabilito all’inizio del progetto.

Rituali? No, non ne ho. Quando ho ben chiari in testa argomento e trama inizio a scrivere e basta, preferibilmente di pomeriggio e mattina presto, mai di notte.

C’è un autore che ispira il tuo modo di scrivere? Se si, quali sono gli elementi fondamentali che hai appreso dalle sue opere?

In realtà non c’è un solo autore, ce ne sono molti in base al genere. Per quanto riguarda il giallo / noir parto dalla base e cioè da Agatha Christie: adoro il personaggio di Poirot, ma in generale adoro, leggo e rileggo spesso tutti i suoi libri studiando le trame perfette. Amo molto due autori americani, Robert Harris e Mary Higgins Clark, così come gli autori inglesi e americani in generale per la scrittura semplice e diretta e le trame interessanti. Infine c’è solo un autore italiano di gialli che mi piace, Umberto Matino che ambienta in suoi libri nel mio Veneto, scrive benissimo e riesce sempre a condurti al colpo di scena finale senza che tu te ne accorga quasi. E proprio questo ho cercato di creare nella trama di Vetriolo.

In Vetriolo racconti la storia di una giornalista, Anna, che scopre, involontariamente, una serie di casi irrisolti avvenuti in un hotel in disuso di un piccolo paese di montagna. Cosa c’è di vero in questa storia?

La trama di Vetriolo prende spunto da un fatto realmente accaduto nel paese di Vetriolo, vicino a Levico nel 1946, quando il giovane ventenne Aldo Garollo massacrò il padre, la madre, i due più cari amici e la loro madre. La strage interessò la cronaca nera italiana per molti anni, senza che si riuscisse a capire il movente e a dare risposte convincenti. Ancora oggi la vicenda è avvolta nel mistero.

Leggendo la sinossi del tuo romanzo, notiamo che l’atmosfera che si respira in Vetriolo è estremamente coinvolgente; come l’hai creata? Ti va di raccontarci di più a tal proposito?

Vetriolo è il mio primo vero romanzo giallo/noir e per l’atmosfera mi sono ispirata a Shining, per quanto strano possa sembrare, oltre che ai Delitti di Alleghe di Saviane. Ho tentato di ricreare il ritmo narrativo che lo scrittore americano Harris ha impresso al suo bellissimo giallo The Ghost Writer. Insomma è stata una continua sperimentazione!

È stato difficile per te trovare una casa editrice interessata a pubblicare il tuo libro? Hai qualche consiglio per i giovani aspiranti scrittori che non sanno a chirivolgersi per pubblicare il loro primo libro?

Sì è stato difficile, soprattutto orientarsi verso case editrici serie, non a pagamento e che leggono davvero con serietà il manoscritto inviato. Consigli? Il primo e forse il più importante: mai pagare per essere pubblicati. Il secondo: cercare di individuare la casa editrice più adatta al proprio genere e accettare critiche e suggerimenti rivedendo più volte il testo. Il terzo: munirsi della pazienza di Giobbe.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Attualmente sto scrivendo il mio secondo giallo che sarà molto, molto diverso da Vetriolo. Una nuova sperimentazione, un’avventura nel paranormale. E poi un saggio storico che ha come protagonista un medico ottocentesco.

 

Autori Ebook a Caffeina Festival 2015

Anche quest’anno la casa editrice digitale indipendente Autori Ebook sarà presente al Caffeina Festival per presentare uno dei suoi ultimi ebook.

L’appuntamento è fissato per venerdì 26 giugno, alle ore 17.00 presso il Gran Caffè Schenardi di Via del Corso a Viterbo.

Sarà presente l’editore Stefania Natalino con lo staff di Autori Ebook e l’autore Ugo Sestieri, che presenterà il suo romanzo “Le donne dimenticate di Via Catalana”. Modererà Cristina Pallotta.

Vi aspettiamo numerosi per ripercorrere un pezzo di storia d’Italia in modo originale, dal punto di vista delle donne della Resistenza.

Salone del Libro di Torino: come è andata

Eccoci qui! Sono passate quasi due settimane dalla chiusura del Salone internazionale del libro ma noi iniziamo a riprenderci solo ora! Vi chiederete… riprendervi in che senso? Nel senso letterale del termine! Questa prima esperienza al Lingotto Fiere di Torino è stata bellissima, entusiasmante, ma anche molto stancante. Vi raccontiamo un po’ come è andata…

Siamo partite - Erika, Marta e Stefania con marito e figlio (14 mesi) - martedì 12 maggio con il camper (7 posti) verso le 10 di mattina (tranquilli, non staremo qui a raccontarvi tutto quello che abbiamo fatto minuto per minuto, perché diventerebbe lungo e noioso).

Mille soste più tardi siamo arrivate a Torino dopo quasi 10 ore di viaggio ma piene di energia ed aspettative per quello che da lì a poco avremmo vissuto.

Il giorno seguente siamo andate ad allestire il nostro piccolo stand! Evviva! Ci siamo quasi… se riusciamo ad attaccare questa locandina, se riusciamo a far funzionare la presa della corrente, se riusciamo a farci venire qualche idea geniale per attirare l’attenzione!

Alla fine va tutto per il verso giusto e siamo molto soddisfatte!

Il nostro stand al Salone del Libro di Torino

Ci sentiamo cariche e anche molto fortunate. La collocazione dello stand non è male! Alcuni nostri colleghi hanno una postazione sfigatissima! Un ragazzo molto giovane, di una piccola casa editrice come la nostra, è vicino all’uscita di sicurezza… Da lì non passa veramente nessuno ( tant’è vero che nei cinque giorni del salone lo vediamo perlustrare sempre di più l’uscita. - Progetterà una fuga? - Si, perché l’ultimo giorno non si è proprio presentato!).

Giorno X, giovedì 14 maggio 2015. Siamo super organizzate. Si ok, siamo un pochino in ritardo sulla tabella di marcia ma siamo certe di riuscire a recuperare.

Nooooooooooooooo! È scoppiata la piastra! Ed ora che facciamo?

In breve, le cose sono andate così: abbiamo litigato con una parrucchiera del posto che non voleva aiutarci; siamo andate a comprare una piastra al volo nel centro di Torino; siamo riuscite a domare i nostri capelli ancora più stressati e siamo riuscite ad arrivare puntuali all’apertura della 34esima edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino.

Il nostro primo giorno è corso via veloce, dopo un inizio che non prometteva molto di buono. C’è da dire che hanno contribuito a rendere la giornata piacevole e a tratti indimenticabile, curiosi, autori e lettori un po’ sopra le righe ( una concentrazione mai vista prima)!

Una parte dello staff Autori Ebook con Elisabetta Delmastro, organizzatrice dell’evento.

Insomma, le cose sono andate migliorando ed abbiamo trascorso 5 giorni immerse in un’atmosfera davvero magica e stimolante. Abbiamo conosciuto autori che hanno chiesto informazioni sulla nostra casa editrice e si sono stupiti quando abbiamo spiegato loro che siamo assolutamente non a pagamento.

Abbiamo incontrato lettori di ebook e di libri cartacei ( esistono persone che leggono entrambi, lo sapevate?).

Ci siamo confrontate con colleghi che come noi sono entrati da poco in questo mondo e, nonostante le difficoltà e i sacrifici di ogni giorno, non hanno perso un pizzico del loro entusiasmo.

Abbiamo visto passare migliaia di bambini, di anziani, di giovani e di adulti, tutti con un obiettivo comune: la lettura!

Questo ci ha fatto capire che non dobbiamo mollare, dobbiamo continuare a stringere i denti e guardare avanti perché abbiamo tutte le carte in regola per farcela! Energia, professionalità, creatività e voglia di fare non ci mancano e il mercato ci manda segnali incoraggianti.

Ci rendiamo conto che raccontare 62 ore di fiera in poche righe non è semplice, forse nemmeno possibile; ma volevamo provare a trasmettervi un po’ delle emozioni che abbiamo vissuto durante questa grande esperienza.

E’ stata un’occasione importante, di riflessione e crescita e speriamo davvero di poter essere presenti anche il prossimo anno per incontrarvi uno ad uno!

Ora abbiamo così tante idee, progetti, lavoro arretrato che non vediamo l’ora… di andare in vacanza!