1) Ciao Claudia, raccontaci qualcosa di te, di chi sei e della tua passione per i viaggi e per la scrittura. Com’è nata l’idea di creare un travel blog?

Ciao! Sono Claudia, sono nata a Bergamo ma mi auto-definisco da sempre una “cittadina delbmondo”. Appena posso infatti parto! Nel 2012, dopo il mio ennesimo viaggio in Africa nera sono tornata a casa con una grandissima voglia di condividere le mie emozioni di viaggio: volevo che ciò avvenisse in modo speciale e che le mie parole e le mie emozioni restassero a lungo, quindi ho pensato di aprire un mio blog di viaggi. Scrivere e viaggiare sono, in fondo, le mie passioni più grandi, quindi era inevitabile che prima o poi si sovrapponessero.

2) Essere una travel blogger significa creare un legame speciale con i lettori. Cosa ti ha dato e continua a darti questa esperienza a livello umano e quanto incide sull’ispirazione della scrittrice?

Verissimo. Il legame con le persone che mi leggono e mi seguono sul blog e sui social è forse l’aspetto più bello di avere un blog di viaggi e mi regala tanto, tantissimo: è bellissimo confrontarsi con i miei lettori, vedere il loro coinvolgimento, la loro partecipazione, saperli emozionare. Inoltre è davvero emozionante sapere di essere un modello o un’ispirazione per qualcuno di loro. Ricordo spesso con un sorriso quando al mio ritorno a casa dopo i miei cinque mesi in Asia, dopo che sui social avevo raccontato giorno per giorno ogni tappa del mio viaggio, in molti mi hanno scritto contrariati chiedendomi: “Ma io adesso chi seguo?!”.

3) Ritieni che le donne percepiscano il viaggio in maniera diversa rispetto agli uomini? E inoltre, ci sono difficoltà particolari legate al viaggiare in solitaria per una donna?

Dipende. Ci sono donne e donne. Le donne italiane – purtroppo – in media sono abbastanza timorose e non si lanciano molto nei viaggi in solitaria (il che è un gran peccato!), ma forse le cose stanno cominciando a cambiare anche qui. Per come la vedo io non ci sono grosse differenze tra viaggiatori solitari e viaggiatrici solitarie: resta sottointeso che in entrambi i casi bisogna sempre avere la testa sulle spalle e scegliere la meta con attenzione. Per il resto non ci sono particolari rischi: viaggiare da soli e da sole è più facile di quello che si pensi.

4) Ci parli del tuo testo in uscita ClaMore in Asia? In che genere lo catalogheresti?

Definirei il mio ClaMore in Asia prima di tutto un diario di viaggio. Nel libro ripercorro infatti per intero il mio viaggio di cinque mesi nel Sud-est asiatico, raccontando per filo e per segno il mio itinerario tra Thailandia, Laos, Vietnam, Cambogia e Singapore. Racconto le emozioni da me vissute, ma allo stesso tempo dispenso informazioni pratiche utili a chiunque voglia esplorare questa parte di mondo. Ma ho anche una missione personale: il messaggio che voglio far passare è che viaggiare da soli (da sole, in particolar modo!) è possibile ed è un’esperienza meravigliosa che insegna tanto.

5) Tu hai intrapreso un viaggio in solitaria: quali sono le motivazioni che ti hanno portato a fare questa scelta?

Avevo appena lasciato il mio vecchio lavoro, uscendo da una situazione lavorativa sfiancante, e volevo dare un taglio netto con il passato. Non potevo non inaugurare il nuovo capitolo della mia vita nel modo che preferisco: viaggiando. Avevo bisogno di prendermi una pausa, riflettere, ricaricare le pile e ritrovare positività, serenità e ritrovare me stessa: il Sud-est asiatico era il posto migliore dove farlo.

6) Che significato ha in particolare il titolo che hai scelto?

ClaMore nasce come un hashtag: la parola chiave che ho usato per tutti i cinque mesi per raccontare il mio viaggio sui social. Da qui è diventato l’identificativo del mio viaggio. La scelta del nome è stata semplice. ClaMore ha una doppia interpretazione: richiama il sostantivo “clamore”, ma è anche e soprattutto il nickname che uso sul web (è l’unione delle abbreviazioni del mio nome e del mio cognome).

7) Il tuo prossimo viaggio? Scriverai anche di questo?

Il mio prossimo viaggio è già nell’aria: a breve tornerò nel Sud-est asiatico, toccando una zona in cui non sono ancora stata ma che desidero visitare da tempo. Non voglio ancora anticipare troppo (e rovinare la suspense), ma forse sta già prendendo forma l’idea di un ClaMore in Asia 2. Chissà che prenda forma anche un altro eBook…